
RASSEGNA DIVERGENZE 2025
AD ALTA VOCE
La voce fa male ma non uccide. La voce colpisce, a volte ferisce. La voce è lo strumento della ragione, dell’istinto, della rivolta. La voce è il primo elemento che distingue l’essere umano dall’essere animale. La voce trasforma i pensieri in corpo, le idee in filosofia, i sogni in ideologia. Quando tuonano le armi solo un coro di voci può metterle a tacere. E’l’elemento più autorevole a disposizione dell’umanità. I personaggi storici ci hanno incantato con i loro discorsi, con le loro voci. Quando qualcosa viene imposto la prima cosa che si chiede è il silenzio. Non parlare, non dire, non esprimere, non comunicare, non disturbare. Se ti isoli avrai tutto quello che desideri: televisione, computer, social media. Noi diciamo no. Non stiamo zitti. In teatro la voce si deve sentire, forte e fino all’ultima fila. La voce è democratica: arriva limpida a tutti in modo che tutti possano udirla.
Divergenze 2025 è dedicata proprio alla voce: strumento primigenio della civiltà e del teatro. Nell’agorà dell’arte faremo sentire le voci degli interpreti del miglior teatro contemporaneo nazionale.
Daremo voce a tematiche forti e poetiche: Tindaro Granata, porterà in scena la voce di Mina grazie all’intelligenza artificiale e al contributo delle detenute del carcere femminile di Messina, con la Lettera di Paolo Nani vedremo la potenza comunicativa di chi parla solo attraverso il corpo e l’azione, con Rita di AriaTeatro daremo voce a chi non riesce a lasciare andare le persone che amiamo, con Piccole apocalissi daremo voce a chi cerca un mondo migliore attraverso l’universo e infine con gli spettacoli Lacrimosa di Simone Zambelli e Venere Vs. Adone del maestro Enzo Cosimi con Alice Raffaelli daremo voce al corpo nella danza.
Rassegna di teatro contemporaneo.
Teatro Auditorium Fausto Melotti - TN. Orario inizio spettacoli 20:45.
Costo biglietto 12€ intero, 10€ ridotto per membri delle associazioni del comune di Mori e over 65, 8€ ridotto under 30.
Lo spettacolo del 24 ottobre Lacrimosa si terrà presso il Teatro Cartiera di Rovereto alle ore 21 (prezzo biglietto intero 13 €, ridotto 10€, studenti 6€).
Per informazioni: info@evoeteatro.it - tel 328 9344205 / 348 7774535


24 ottobre ore 21.00
Teatro Alla Cartiera - Rovereto (TN)
Lacrimosa
di e con Simone Zambelli
frammenti scritti e sonori di Simone Zambelli
dramaturg e assistente coreografa e di scena Cinzia Sità
disegno luci e video mapping Alice Colla
musiche AAVV
foto Aurora Pica
Produzione sostenuta da C&C Company e Sanpapié
in coproduzione con Danza in Rete-Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello-CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)
in coproduzione con Tersicorea T.off
con il sostegno di Periferie Artistiche centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio/Vera Stasi
Spettacolo selezionato nella sezione Open Studio alla NID Platform 2024
Lacrimosa trae ispirazione dalla celebre coreografia di Michel Fokine, La morte del Cigno, su musica di Camille Saint-Saen, coreografia che concentra la sua fascinazione sulla condizione di morte e rinascita. Su questa dicotomia tra morte e rinascita, Lacrimosa vuol spingere alla riflessione sulla fine del sentimento amoroso, impulso che ci restituisce alla nostra quotidiana solitudine. Immagine perduta, consumata, quella del cigno, è oramai una figura di passaggio, un ricordo. Ciò che resta è un corpo senza più ali, nudo, bagnato, senza alcuna volontà di un nuovo volo. Ridotto alla terra, come tutte le cose che lo circondano, il cigno torna ad essere un corpo umano, imprigionato tra le mura domestiche. Come si sopravvive alla fine di un amore? come si vive quello stato di torpore, quella condizione che appare senza una via d’uscita? Come ci si prepara alla ripresa e alla riedificazione di un corpo che si riaggancia alla vita? In un luogo, dove l’assenza diventa una pratica attiva, un affaccendamento, il tempo presente processa il passato e reitera le sue memorie, nell’incedere ossessivo di una moltitudine di parole, gesti, immagini, utili forse solo a colmare la paura del vuoto.
07 novembre ore 20.45
Teatro Auditorium F. Melotti - Rovereto (TN)
Rita
di Marta Buchaca
regia di Alberto Giusta
con Denis Fontanari e Monica Garavello
luci e cover canzone iniziale Iacopo Candela
oggetti di scena Federica Rigon e Davide Sorzato
assistenti Dalila Toscanelli e Giovanna Viazzo
un ringraziamento speciale a Rita Pallaoro
organizzazione Cristina Pagliaro
produzione Ariateatro
RITA è una tragicommedia che affronta con delicatezza e ironia il tema della difficoltà di “lasciare andare” le persone che amiamo. Interroga il significato della dignità nella vita e nella morte, ponendo domande scomode e profonde sulla legittimità di decidere per gli altri. Attraverso dialoghi brillanti e situazioni imprevedibili, Marta Buchaca ci conduce in un microcosmo intimo fatto di silenzi, fragilità, non detti e della costante ricerca di un equilibrio instabile.
Toni e Julia sono fratelli. Toni è impulsivo e abituato a cercare scorciatoie; Julia, invece, è insicura, restia a prendere decisioni definitive. Quando il veterinario consiglia di sopprimere il cane di Toni, Rita, i ruoli si ribaltano: Julia si rivela sorprendentemente determinata, mentre Toni si scopre vulnerabile. Questo cambiamento innesca un confronto ben più profondo, che coinvolge la madre dei due e fa emergere tensioni rimaste a lungo sopite.
A dare corpo ai personaggi sono Denis Fontanari e Monica Garavello, diretti da Alberto Giusta, regista riconosciuto per la sua sensibilità e per la capacità di esplorare le sfumature emotive del testo. Con Rita, Giusta propone una lettura contemporanea e partecipata del lavoro di Buchaca, valorizzandone la forza emotiva e la sottile vena comica.


20 novembre ore 20.45
Teatro Auditorium F. Melotti - Rovereto (TN)
Piccole apocalissi
Regia Giacomo Ferraù
Drammaturgia Fabio Banfo, Giacomo Ferraù
con la collaborazione di Giulia Viana
Con Fabio Banfo, Federica Carra, Giacomo Ferraù, Rossella Guidotti, Ermanno Pingitore
Co-produzione Campo Teatrale / Eco di fondo
In collaborazione con Centro Teatrale MaMiMò
Aiuto regia Adele Di Bella e Giulia Viana
Assistente alla regia Diego Delfino
Fotografie Laila Pozzo
Organizzazione e distribuzione Elisa Binda e Roberta Ursino
Scenografia Stefano Zullo
Costumi Giulia Viana
Illustrazione e grafica StabiloCarms
Movimenti scenici Chiara Ameglio
Allestimento audio e video Lorenzo Crippa
Disegno luci Stefano Colonna
Ringraziamenti Claudia Groppa e Francesca Angelicchio per i costumi, Maria Sole Acquaviva per l’assistenza
Nel 1977 un piccolo gruppo di esseri umani ha deciso di mandare nello spazio un messaggio. Un disco contenente una selezione di musiche, immagini, suoni, per far sapere agli alieni che lo avessero eventualmente trovato, chi siamo, come siamo fatti, e quali sono le potenzialità della nostra specie: la nostra fantasia la nostra creatività la nostra stessa essenza per far loro conoscere la vita variegata e ricchissima che abita il nostro pianeta. Non si trattava soltanto di un messaggio per delle specie extraterrestri, ma anche di un messaggio a noi stessi. Quel disco sarebbe stato destinato a viaggiare indefinitamente nello spazio alla ricerca di altre forme di vita ma, in fondo, anche alla ricerca di noi stessi, della parte migliore di noi. La sonda su cui viaggia il Golden Voyager Record ha superato i confini del nostro sistema solare nel 2013 e ora sta viaggiando nello spazio interstellare ed è probabilmente destinata a durare oltre la durata stessa della nostra specie e del pianeta terra. Questo spettacolo racconta di quanto sia stato difficile scegliere che cosa mettere nel piccolo spazio di un disco per raccontare chi siamo e delle vite delle persone che hanno dovuto fare questa scelta. E voi, se doveste salvare qualcosa delle vostre vite, che cosa scegliereste di salvare?
24 novembre ore 20.45
Teatro Auditorium F. Melotti - Rovereto (TN)
La lettera
ideato da Nullo Facchini e Paolo Nani
con Paolo Nani
regia di Nullo Facchini
produzione Agidi
A febbraio 2022 La lettera ha compiuto 30 anni; dal 1992 questo spettacolo è in perenne rappresentazione ai quattro angoli del globo, l'hanno visto in Groenlandia e in Giappone, in Argentina e in Spagna, in Norvegia e in Italia, oltre 1800 repliche per questo piccolo, perfetto meccanismo che continua a stupire, anche dopo averlo visto decine di volte, per la sua capacità di tenere avvinto il pubblico alle sorprendenti trasformazioni di un formidabile artista. Paolo Nani, solo sul palco con un tavolo e una valigia di oggetti riesce a dar vita a 15 micro storie, tutte contenenti la medesima trama ma interpretate ogni volta da una persona diversa; nell'arco di 80 minuti non lascia un attimo di respiro, inchioda lo spettatore, lo seduce con una raffica di sorprese dal ritmo sfrenato e bislacco e lo fa in un modo unico, alla Paolo Nani.
Imitarlo è impossibile.
Perché non si smette mai di ridere per tutta la durata dello spettacolo?
Vien fatto di chiedersi. La risposta sta nella incredibile precisione, dedizione, studio e serietà di un artista che è considerato a livello internazionale uno dei maestri indiscussi del teatro fisico.


15 dicembre ore 20.45
Teatro Auditorium F. Melotti - Rovereto (TN)
Vorrei una voce
di e con Tindaro Granata
con le canzoni di Mina
disegno luci Luigi Biondi
costumi Aurora Damanti
regista assistente Alessandro Bandini
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in collaborazione con Proxima Res
partner di produzione Gruppo Ospedaliero Moncucco
Scritto e interpretato da Tindaro Granata, Vorrei una voce è uno spettacolo in forma di monologo costruito attraverso le canzoni di Mina cantate in playback, fortemente ispirato dal lungo percorso teatrale che l’autore e attore siciliano ha realizzato al teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina con le detenute di alta sicurezza, nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare. Il fulcro della drammaturgia è il sogno: perdere la capacità di sognare significa far morire una parte di sé. Vorrei una voce è dedicato a coloro i quali hanno perso la capacità di farlo.
19 dicembre ore 20.45
Teatro Auditorium F. Melotti - Rovereto (TN)
Venere Vs Adone
Regia, coreografia, scena, video Enzo Cosimi
Drammaturgia Maria Paola Zedda, Enzo Cosimi
Interpreti Alice Raffaelli, Leonardo Rosadini
Disegno luci Giulia Belardi, Enzo Cosimi
Costumi Alessandro Lai
Realizzazione costumi Giuseppina Angotzi/Sartoria Il Costume
Sculture Daniela Dal Cin
Sound designer Enzo Cosimi
Operatore video Roberto Gentile
Organizzazione Pamela Parafioriti
Produzione Compagnia Enzo Cosimi, MiC
in collaborazione con AMAT Residenze Centro di Produzione Orbita/Spellbound, ATCL, KOMM TANZ 2024 Compagnia Abbondanza/Bertoni
in collaborazione con il Comune di Rovereto. RAM Residenze artistiche marchigiane finanziate dalla Regione Marche e dal MiC
Dopo la realizzazione del progetto Orestea|Trilogia della vendetta Enzo Cosimi nella nuova creazione 2024 Venere vs Adone, approfondisce la sua ricerca concentrandosi sul celebre poemetto shakespeariano. In un percorso attraversato da linguaggi e media diversi, Cosimi rilegge la poetica del drammaturgo inglese creando un mosaico testuale e visivo dove si compongono, come tessere, elementi della contemporaneità e aspetti filologici. Il dramma di un amore non corrisposto, selvatico e ferale. Il culto dell’immagine del corpo e della forza vitalistica dell’uomo, la relazione dominante con la natura, la violenza della morte sono tracce che percorrono la scrittura compositiva, e che arrivano dal barocco come echi e fantasmi a infestare il contemporaneo. I corpi che vengono qui riscritti sono solcati da un eccesso che li trasforma, li devasta e li eleva allo stesso tempo. Sono corpi che esondano, che non si allineano alla norma, che travalicano, estendono e dissolvono i loro confini, lasciandosi possedere e trasformare. L’universo queer, che in Cosimi è stato al centro del lavoro sin dall’origine in una critica alla normatività, nel suo interesse per i margini e per l’irregolare, emerge potente e si evidenzia nella metamorfosi dei personaggi che si ribaltano, mettendo in crisi il rapporto antropocentrico con la natura, ibridandosi, lasciandosi attraversare da un vivente non addomesticabile. In questo nuovo progetto il focus drammaturgico, curato da Cosimi insieme a Maria Paola Zedda, studiosa e curatrice che da anni collabora con la Compagnia, sarà incentrato sulle due figure shakespeariane: Adone rappresentato emblematicamente da un corpo fit, ossessionato non più dalla caccia, quanto dalla costruzione della sua macchina/corpo sculturalizzata e da una Venere lacerata, che cerca disperatamente di accenderne il desiderio. Tra lampi pop e accensioni di dolore, il lavoro recupera alcuni riferimenti cari al coreografo. Primo tra tutti l’immaginario seduttivo e iper-reale della produzione di Andy Warhol, caratterizzate dall’insistenza sull’immagine–corpo, dalla sua mercificazione ed erotizzazione. A contrastarla, come una radiazione, l’accecante e infiammato riferimento alla pittura dell’artista sudafricana Marlene Dumas, che bagna di tinte violente l’apatia inscalfibile di Adone e disegna una Venere posseduta dal sentimento. Sono fiamme, bocche, pose trasfigurate, che si scagliano con virulenza nell’azione, secondo un’eccedenza, un’ostensione, un dono che non lascia scampo neanche alla morte. Il lavoro è interpretato da Alice Raffaelli affiancata dall’athletic coach Leonardo Rosadini, in un’interpretazione che rappresenta l’anima più tribale, animale e dionisiaca della tragedia. I costumi sono realizzati da Alessandro Lai, noto costumista che divide equamente il suo lavoro tra cinema, teatro, televisione e opera.




