RASSEGNA DIVERGENZE
NEL CUORE DELLA CREPA
Tutto nasce da una crepa: da una crepa nel muro una preoccupazione, da una crepa nel cuore un amore, da una crepa nella società una rivolta. Non c’è cambiamento senza una crepa. La crepa è il cuore pulsante di ogni moto verso il nuovo, un moto all’inizio impercettibile, quasi invisibile, ma che col tempo si allarga e si espande, prendendo strade imprevedibili in base ai moti tellurici della vita. Cos’è una crepa? Cosa sarebbe la nostra vita senza crepe? E soprattutto, cosa si cela all’interno di esse? La necessità dell’uomo di indagare il fondo di crepe e crepacci, siano esse naturali, mentali o metaforiche, fa parte del dna della nostra specie. Esistiamo per sondare luoghi dove non vorremmo entrare, ma che disturbano i nostri sogni e le nostre notti. Dentro ogni crepa si cela un segreto, e senza la conoscenza di quel segreto noi non siamo in grado di esistere o di pensare ad altro: cos’è in fondo una crepa se non un appiglio per la nostra ossessione?
La rassegna Divergenze 2024 è dedicata alle crepe. Essa può essere mutuabile: nel cuore della crepa o le crepe nel cuore. Infatti gli spettacoli indagano tutte quelle matrici di diversità che ci impongono un fastidio, un disagio, quasi un prurito da grattare via. Con il grande attore e interprete Mario Perrotta entreremo nel mondo storpio, disagiato e solitario di un pittore e scultore delicato e meraviglioso: Antonio Ligabue. I Les Mustaches ci mostreranno le crepe di un’anima fragile con i sogni e i desideri negati di Ciccio Speranza. Indagheremo ironicamente la tenuta del nostro organo più crepato, sia metaforicamente che fisicamente, con lo spettacolo Cardio drama dei Chronos3. Con Calcinculo di Babilonia Teatri andremo nelle crepe che creano le contraddizioni assurde della nostra quotidianità, come chiedere a gran voce diritti che non hanno doveri. Andremo nelle profondità delle crepe dell’anima, seguendo le vicende del Santo Bevitore di Aria Teatro e, infine, con l’ironia in danza di Silvia Gribaudi e Claudia Marsicano, entreremo nelle crepe provocate dall’asfissia dei nostri stereotipi sul corpo femminile.
Un programma ricco, per niente serioso, molto ironico, che guiderà lo spettatore nelle profondità delle crepe della sua esistenza.
Rassegna di teatro contemporaneo.
Teatro Gustavo Modena di Mori TN. Orario inizio spettacoli 20:45. Costo biglietto 12€ intero, 10€ ridotto per membri delle associazioni del comune di Mori e over 65, 8€ ridotto under 30.
Abbonamenti 60€ intero, 50€ ridotto membri delle associazioni del comune di Mori e over 65, 40€ ridotto under 30.
info, prevendite e abbonamenti su info@evoeteatro.it - tel 328 9344205 / 342 682 2902
18 ottobre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
Un Bès - Antonio Ligabue
uno spettacolo di Mario Perrotta
con Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli
produzione Permar, Teatro dell’Argine
con il contributo di Regione Emilia Romagna
Premio UBU 2013 come Miglior attore protagonista
Premio HYSTRIO-TWISTER 2014 come Miglior spettacolo dell’anno a giudizio del pubblico
Premio UBU 2015 come Miglior progetto artistico e organizzativo per l’intero Progetto Ligabue
PREMIO DELLA CRITICA/Associazione Nazionale Critici di Teatro 2015 per l’intero Progetto Ligabue
“Un bès… Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi”
“Provo a chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita ma senza un bacio. Neanche uno. Mai. Senza neanche una carezza. Mai. E allora mi vedo scendere per strada a elemosinarlo quel bacio, da chiunque, purché accada.” - Mario Perrotta
La solitudine, la vita ai margini e l'arte eterna del pittore e scultore Antonio Ligabue rivivono con delicatezza attraverso il corpo e le parole di Mario Perrotta. Ligabue era una artista solo, storpio e geniale, stava oltre il margine là dove un bacio è un sogno. L’uomo Antonio Ligabue, allo stesso tempo artista geniale e scemo del paese, attrae e spiazza per la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell’umanità e al contempo, un artista. Questo doppio sentire gli lacerava l’anima: l’artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo, intanto, lo elemosinava.
30 ottobre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza
un testo di Alberto Fumagalli
con Damiano Spitaleri, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri
regia Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli
costumi Giulio Morini
aiuto regia Tommaso Ferrero
foto di Serena Pea
produzione Les Mustaches
Finalista premio “direction under 30” del 2020;
Miglior spettacolo, premio della critica, premio Fersen al Roma Fringe festival 2020;
Finalista In Box 2021.
Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare. In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, il nostro protagonista, in tutù rosa non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera. Ciccio appartiene ad un mondo lontano, senza alcuna possibilità di esaudire il proprio sogno. Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, la sua vita è soffocata da un ambiente che gli sta stretto come un cappottino antigelo sta stretto ad un bulldog inglese. Dunque, perché rattrappire i propri istinti? Solo perché la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perché sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere un mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?
15 novembre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
Cardio Drama
spettacolo semiserio su un organo quasi perfetto
Con Tomas Leardini
Drammaturgia Giulia Lombezzi
Regia Vittorio Borsari e Giulia Lombezzi
Produzione CHRONOS3
Liberamente tratto dai libri di Claudio Cuccia, primario di Cardiologia della Fondazione Poliambulanza di Brescia
con il contributo di Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero e Cardio Calm
spettacolo in collaborazione con il circuito Next - regione Lombardia, laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo - Edizione 2023/2024
Chi ha voglia di parlare di malattie? Solitamente, nessuno. Finché non succede, meglio non pensarci. Questa commedia però è ambientata proprio in ospedale. Tre personaggi lo abitano, lo subiscono, lo raccontano. Cardio drama prova a ridere di un mondo complesso e tragicomico, un labirinto al neon di contraddizioni e speranze. Scritto insieme al cardiologo Claudio Cuccia, questo spettacolo vuole narrare e rivoluzionare il rapporto fra medici e pazienti, fra eretti e distesi, fra malattia e malato, che mai, ma proprio mai, dovrebbero essere confusi.
A partire da giugno 2022 ha preso corpo questo progetto di spettacolo collaborando al percorso di Poliambulanza “L’ospedale, luogo di cura e di cultura”. Dal 2014 Fondazione Poliambulanza organizza questo progetto, coordinato dal dott. Claudio Cuccia e Gionata Mazzara, organizzando incontri con autori, proposte editoriali, rassegne cinematografiche, concerti, mostre fotografiche e convegni. Lo spettacolo teatrale si inserisce all’interno di questa proposta culturale soprattutto durante l’anno di Brescia-Bergamo 2023 Capitali della Cultura.
29 novembre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
Calcinculo
Di e con Enrico Castellani e Valeria Raimondi
musiche Lorenzo Scuda
direzione di scena Luca Scotton
fonico Luca Scapellato
produzione Babilonia Teatri, La Piccionaia centro di produzione teatrale
coproduzione Operaestate Festival Veneto
scene Babilonia Teatri
si ringraziano il Coro Ana Valli Grandi e Cuore Husky rescue
candidato ai premi Ubu come miglior novità italiana/ricerca drammaturgica e come miglior progetto sonoro/musiche originali
Calcinculo è uno spettacolo in cui musica e teatro si contaminano e dialogano in modo incessante e vertiginoso. Viviamo un tempo ossessivo che le parole e le immagini non riescono più a raccontare da sole, la musica arriva in soccorso come una miccia esplosiva. Calcinculo è un avanspettacolo di illusioni che si sgretolano: fame di successo o di denaro. Accudiamo bambole iperrealiste che non piangono e di notte non si svegliano, ma che hanno le fattezze di bambini veri. Abbiamo smesso di andare a votare, ma chiediamo che i diritti e i doveri dei nostri cani, gatti, canarini e tartarughe e criceti e conigli e porcellini d'india e pesci rossi siano sanciti dalla legge e che il tribunale si occupi della loro dignità e del rispetto nei loro confronti. Abbiamo deciso che è arcaico esprimere un'opinione all'interno di una collettività negli ambiti che ci competono, ma commentiamo qualunque notizia schermati da uno schermo. Calcinculo è uno spettacolo che vuole fotografare il nostro oggi. Le sue perversioni e le sue fughe da se stesso.
13 dicembre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
Il santo bevitore
da Joseph Roth
Regia Giuseppe Amato
Drammaturgia Chiara Benedetti e Giuseppe Amato
Con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Stefano Detassis, Christian Renzicchi e Candirù
Musiche Candirù
Scenografie Andrea Coppi
Organizzazione Cristina Pagliaro
Produzione Ariateatro ETS
La leggenda del Santo Bevitore di Joseph Roth racconta gli ultimi giorni di un uomo qualunque, che vive in un indefinito angolo di una qualsiasi città moderna. Il racconto dischiude temi e significati misteriosi e ancora aperti, seguendo le vicende di un senzatetto di nome Andreas. Nei suoi ultimi istanti di vita però, egli si vestirà a protagonista di una serie di prodigi miracolosi, che ne riveleranno l’essenza e la vera natura. Il nostro Andreas si imbatterà così in una serie di incontri fortuiti che lo spingeranno a rientrare nei ranghi di una società perbene e moralista, che lo vuole ancora consumatore, marito, amante, o uomo di potere. Di fronte a queste prove del destino, tra un bicchierino e l’altro, Andreas non si rivelerà un emarginato qualunque della società, ma mostrerà una purezza e un incanto d’animo che lo eleveranno a vero e proprio ‘Santo’. Del resto il protagonista della storia altri non è che l’alterego dell’autore stesso Joseph Roth, che nei suoi ultimi anni di vita visse ai margini, scegliendo la miseria e l’isolamento sociale. Per il Santo Bevitore purezza e oscurità convivono in un disegno narrativo che ha il sapore di una resa dei conti per l’intera umanità, di fronte ai propri limiti e alle proprie idiosincrasie.
20 dicembre ore 20.45
Teatro G. Modena Mori (TN)
R. OSA
10 esercizi per nuovi virtuosismi
concept, coreografia e regia Silvia Gribaudi
performer Claudia Marsicano
disegno luci Leonardo Benetollo
costumi Erica Sessa
consulenza artistica Antonio Rinaldi, Giulia Galvan, Francesca Albanese e Matteo Maffesanti
produzione Associazione Culturale Zebra, Silvia Gribaudi Performing Arts e La Corte Ospitale
coproduzione Santarcangelo Festival con il supporto di Qui e Ora Residenza Teatrale in collaborazione con Armunia Centro di residenze artistiche – Castiglioncello / Festival Inequilibrio, AMAT – Ass. Marchigiana attività teatrali, Teatro delle Moire / Lachesi LAB – Milano, CSC Centro per la scena contemporanea –Bassano del Grappa.
Finalista Premio UBU 2017 - Miglior spettacolo di danza 2017 Finalista Premio Rete Critica 2017 In scena Claudia Marsicano - Premio UBU 2017 Migliore attrice/performer Under 35.
Spettacolo in collaborazione con il circuito danza, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.
R. OSA è una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia porta in scena l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che occupa con un linguaggio “informale”. R. OSA è un “one woman show” all’interno di una drammaturgia composta da 10 esercizi di virtuosismo. R. OSA è un’ esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista. R. OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri. R. OSA mette in scena una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità. Lo spettacolo R. OSA si ispira alle immagini di Botero, al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. Cos’è il successo? IN CHE MODO L’IMMAGINE CI RENDE SCHIAVI? Un gioco che, con dissacrante umorismo, mette a proprio agio lo spettatore che diventa parte dell’azione performativa. Gribaudi e Marsicano sprigionano esplosiva forza poietica: coinvolgono il pubblico in una performance mozzafiato.